La comunicazione: essenziale, intangibile ed invisibile

Il termine comunicazione deriva dal latino communicare, ossia mettere in comune, passare qualcosa ad un altro e, per estensione, unire in comunità.

La comunicazione implica un’interazione tra soggetti differenti, conosciuti come mittente e destinatario.

Non vi è aspetto della quotidianità ove la comunicazione non sia coinvolta. Che si tratti della sfera personale, dell’ambito pubblicitario o delle pubbliche relazioni non fa differenza: la comunicazione è il motore trainante, fondamentale per la creazione e lo sviluppo delle relazioni.

Dal punto di vista economico, per comunicazione si intende uno degli elementi importanti ed imprescindibili del marketing mix (di cui tratterò approfonditamente in un altro articolo).

Coloro che lavorano con la parola (copywriter, ghostwriter, web writer, blogger) in modo professionale hanno un’unica certezza: la comunicazione è il carburante che permette all’auto di avventurarsi in un percorso, in alcuni tratti in salita, dal panorama mozzafiato.


Quanti tipi di comunicazione esistono?


Quando si scrive della comunicazione è necessario analizzare ed affrontare, in modo più o meno specifico e tecnico, le due principali macrocategorie dell’ambito aziendale.

  • Comunicazione esterna. Le attività adottate dall’azienda per raggiungere un vasto pubblico. Tali azioni di massa sono necessarie per costruire la percezione della qualità del servizio offerto e permette, inoltre di dar vita ad un canale permanente di ascolto e verifica della soddisfazione del cliente finale. Ciò permette, altresì, di avere un quadro sempre aggiornato della situazione e di, ove nascono problemi ed insoddisfazioni, porre rimedio adottando diverse strategie.

L’azienda può scegliere, in linea di massima, tra tre strategie di comunicazione esterna.

Vediamole insieme.

  1. Push. Si creano le condizioni necessarie affinché gli intermediari rivestano un ruolo quasi decisivo nell’acquisto del prodotto/servizio da parte dell’utente finale;
  2. Pull. Il termine indica le strategie ove il cliente è spinto all’acquisto, senza intermediari;
  3. Mista (o Twin). L’impresa sceglie di utilizzare entrambe le soluzioni precedentemente descritte, investendo tanto nell’atto del cliente finale quanto nell’opera dei canali di distribuzione.
  • Comunicazione interna. Come suggerisce la definizione, questo tipo di scelta è adottata dall’impresa per gestire ed organizzare il flusso di informazioni al suo interno. Potremmo immaginare la comunicazione aziendale come una medaglia, da un lato vi è la comunicazione esterna, dall’altro quella interna. Ovviamente, ciascun modello ha delle proprie caratteristiche e peculiarità. Probabilmente è proprio questa la forza della comunicazione: l’essere multiforme, molteplice ed adatta per il raggiungimento di qualsiasi risultato.

Analizziamo brevemente le tre categorie che caratterizzano la comunicazione interna.

  1. Top – Down. Un tipo di comunicazione che avviene dall’alto verso il basso. Ad esempio, dal manager ai dipendenti. Questo tipo di comunicazione è utilizzato per veicolare messaggi destinati alla massa oppure a singoli reparti produttivi.
  2. Bottom – Up. Le informazioni partono dal basso, esattamente il contrario di quanto accade per il modello di cui sopra.
  3. A rete. La circolazione e diffusione di informazioni che avviene alla pari tra i vari settori aziendali. Questo modello permette una comunicazione veloce, facile, rapida.


Perché è importante un piano di comunicazione aziendale?


Come ho già scritto, la comunicazione è necessaria per la sopravvivenza di un’attività commerciale.

In assenza di contenuti e di strategie comunicative create e strutturate ad hoc, resterebbe soltanto il prodotto.


“il 90 % del successo di qualsiasi prodotto e servizio sta nella sua promozione e marketing”
Mark Victor Hansen


La comunicazione aziendale consiste, principalmente, nell’opera di diffusione della conoscenza dei prodotti attraverso la pubblicità ed il marketing.

Una buona campagna permette la fidelizzazione del cliente, la conoscenza dei suoi gusti e, perché no, delle sue aspettative ed esigenze.

La comunicazione ha il potere di creare l’interazione tra il target di riferimento (cliente finale) e l’azienda produttrice di un dato prodotto e/o servizio, ma anche di mantenere la relazione con i media, importanti per abbracciare un vasto bacino di utenza. Attenzione, però, non voglio far il passare il messaggio che sia sufficiente elaborare un’unica strategia comunicativa. Anzi.

Vi sono numerosi canali utili per comunicare. Penso, ad esempio, alla carta stampata, ai Social, al sito aziendale. Ciascuno diverso dall’altro che richiede competenze e specializzazioni differenti, modalità di scrittura, di approcci e di impostazioni mai uguali tra loro.


Il contenuto è il fuoco, i social media la benzina” 

Jay Baer



Ed ecco che nasce la necessità di affidarsi e scegliere un esperto che possa curare la comunicazione.

Trattasi di un ambito importante che dà rilievo all’attività produttiva. Il professionista della comunicazione conosce, perché studia e si forma continuamente, i vari canali, il tono di scrittura, il target di riferimento.

Certo, non si tratta di tuttologi. Va da sé, che molto spesso siano necessarie ricerche di mercato, analisi dei dati, studio delle aspettative e delle esigenze dell’utente finale.

Quando si tratta di scrivere contenuti l’attività non si limita al semplice gesto di pigiare i tasti della tastiera.

No! Sono tante attività che precedono la scrittura in senso stretto, molto spesso invisibili.

In fin dei conti, la comunicazione cosa è?  


“È essenza, intangibile ed invisibile”