Identificazione di un poeta. Leggere Dante attraverso alcuni "suoi" personaggi

Il 25 marzo si celebra il Dantedì.

La Giornata è stata istituita nel 2020, su proposta del Ministro della Cultura Dario Franceschini.

Nel 2021 si celebra il settecentesimo anniversario della morte del Sommo Poeta “simbolo e icona della cultura italiana nel mondo – si legge in una nota del Ministero della Cultura – e geniale creatore della Divina Commedia, uno straordinario patrimonio popolare non riservato alla élite, ma a disposizione di tutti.”

Nell’ambito delle molteplici e variegate proposte celebrative del settecentenario Dantesco, l’editore Pietre Vive, piccola ma agguerrita realtà pugliese che ha dedicato la massima parte del proprio catalogo alla poesia, non poteva esimersi dal contribuire con un prodotto che fosse, in accordo con la propria linea editoriale, un libricino tanto elegante nella forma quanto accattivante nei contenuti. Presenta dunque, in formato tascabile, Identificazione di un poeta. Dante attraverso alcuni “suoi” personaggi. Un’opera dal titolo che ammicca dichiaratamente al cinema di Antonioni, nella ricerca, per certi versi impossibile, del poeta attraverso il confronto con alcuni dei propri personaggi, a loro volta schermi di un Io più grande che li contiene.


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“Il libro esce – ha dichiarato Antonio Lillo – questa settimana, in occasione del Dantedì. Avremmo voluto organizzare (parlando a nome della casa editrice) degli incontri dal vivo, ma l’attuale situazione e le relative restrizioni non lo consentono. Per questo motivo, la presentazione sarà online.”


"Il saggio, formato da una serie di agili studi – si legge nel comunicato - incentrati ciascuno su un diverso personaggio, è opera dell’autorevole voce di Massimo Seriacopi, docente di Lettere, dottore di ricerca in Filologia dantesca, vicedirettore della rivista Letteratura Italiana antica, già autore di numerosi articoli su riviste italiane e internazionali, e si avvale della cura di critico letterario Roberto R. Corsi.

Dante, il poeta-pellegrino, delinea come uno dei tratti fondamentali del proprio iter poetico l’autoriflessione e l’identificazione (per similitudine, come nel caso di Ulisse, o per opposizione) con i personaggi che finge (dunque, in senso tecnico, raffigura) di incontrare durante il percorso nei tre regni dell’aldilà. Al felice ricongiungimento con l’amico Belacqua seguirà, in questa serie di studi, un disincantato confronto tra gloria terrena-effimera e gloria eterna; per poi lasciare spazio alla figura femminile di Piccarda – che dà sostanza, nella sua bellezza, al cielo lunare paradisiaco – e infine al modello, da riabilitare, di Ulisse." 


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"A quest’ultimo eroe - si apprende dal comunicato -  è riservato lo studio più corposo dell’opera. Seguono, in appendice quasi speculare, tre studi su alcuni autori che hanno assimilato il tema dantesco nella propria opera: il poeta Giovanni Pascoli, il fisico rumeno Horia-Roman Patapievici e il poeta albanese Ismail Kadare, quest’ultimo in particolare con un richiamo alla figura del poeta come esule sulla terra, che riaggiorna il messaggio dantesco alle tante tragedie migratorie di questi anni."

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Quanto è importante la cultura? Cosa è la poesia?

La cultura è fondamentale, ma non sempre c’è. Quando non c’è si vede e fa male. Metà dei nostri guai come Paese, secondo me, nascono dalla mancanza di cultura generale, ma ancor di più – ha affermato Antonio Lillo – dall’idea che se manca la cultura non manca nulla di importante. Quindi, non ti senti nemmeno più lo scrupolo di non sapere e non senti la necessità di migliorare. La poesia, invece, c’è sempre anche quando non si riesce perfettamente a mettere a fuoco. Banalizzando, quando ti fermi a guardare un fiore ed esclami che bello, oppure in un giorno di pioggia, oppure mentre si osserva un gatto che gioca.”

Quindi, cosa contraddistingue l'opera di un poeta?

La cultura alla base. Il poeta o, per estensione, l’artista riesce a mettere quel sentimento sulla carta in maniera degna – ha risposto Antonio Lillo – e riesce a darle una forma che non è banale e che concretizza quel momento di scoperta. La maggior parte dei pessimi poeti, sono persone che non hanno alcuna cultura, non credono serva averla, così come ritengono superfluo studiare oppure esercitarsi. Come dire? Buttano giù due righe sulla carta e si compiacciono di sé. In fondo, non avendo visto nulla non si rendono conto dei propri limiti e dei propri pregi.”

L’editoria è in crisi. La gente legge sempre meno. Ma tu ci credi, nonostante tutto.

“Anni fa credevo, molto ingenuamente – ha confessato Antonio – di poter dare un contributo, di poter migliorare attraverso i libri non dico il mondo, ma almeno il Sud. Ma poi si cresce, ti accorgi che non è cambiato nulla. Anzi, gli amici ti fanno addirittura i complimenti perché non ci credevano nemmeno loro che avresti resistito così tanto. Ed allora, un po’ ti sconforti, un po’ ti rassereni della tua battaglia persa. Alcuni giorni mi sento come un Don Chisciotte dei poveri. Poi certo, si fa quel che si può, al meglio che si può che di questi tempi è già qualcosa. Ma – ha concluso – non saprei fare altro del resto.”

Pietra Viva è il nome comune che viene dato ad un genere di pianta grassa, Lithops, che cresce nelle zone semidesertiche dell’Africa del Sud e che, nonostante le condizioni ambientali avverse, produce un fiore molto bello di colore giallo o bianco. Pietra intesa come resistenza alle avversità, ma anche come possibilità di produrre bellezza, di conservare tracce di vita dentro di sé, così come accade ai fossili che caratterizzano il nostro territorio. La pietra, e non il cemento, ci parla del Sud.